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Il Fotovoltaico italiano nel 2018

Le attese degli operatori, la “congiuntura” politica e le tendenze del mercato

 

Gli operatori del settore fotovoltaico sono impegnati a capire come si muoverà il mercato italiano, quali potranno essere le condizioni regolatorie, cosa potrà succedere nel dopo-elezioni: in definitiva se si potranno aprire nuove opportunità e rilanciare l’intero comparto anche a livello nazionale.
Mentre esiste un’attesa e un crescente interesse per il mercato dei nuovi impianti (di ogni dimensione), si mostra particolarmente attivo quello che ha per oggetto l’insieme degli impianti installati (vecchi impianti).
Non si può, tuttavia, tentare di definire un quadro di riferimento esterno per l’anno in corso, senza sottolineare la particolare “congiuntura” politica in cui ci troveremo nei prossimi mesi: elezioni il 4 marzo, rinnovo delle cariche di vertice dell’Authority, conferma rinnovo del vertice del Gse: insomma una situazione istituzionale che oggi si presenta indefinita e il cui assetto finale è, oggettivamente, di non facile previsione. In ogni caso, mentre la “politica” farà il suo corso, il mercato avrà comunque la possibilità dicrescere con ritmi che potranno aumentare nel corso dell’anno. Vediamo perché.
Veniamo da un anno di riflessione e programmazione per il futuro con due eventi strutturali importanti: il primo la presa di coscienza definitiva da parte della “politica” dell’importanza delle fonti rinnovabili, e del fotovoltaico in particolare, “incastonata” nella nuova Strategia energetica nazionale. Difficilmente, qualsiasi futuro Governo, potrà discostarsi molto dagli obiettivi dell’attuale Sen che, come è noto, sono concordati in sede Ue e parzialmente conseguenza degli accordi di Parigi sul clima.
Il secondo rappresentato dalla fusione tra le maggiori associazioni industriali del settore elettrico: Assoelettrica e assoRinnovabili fuse in Elettricità Futura (EF). Quest’ultimo evento sottolinea che ci si trova, ormai, di fronte ad interessi strategici comuni tra i grandi operatori elettrici e l’insieme della PMI attive nelle rinnovabili. Un punto di forza per il prossimo futuro.
Per tentare di definire le tendenze e le dimensioni del mercato per il 2018 conviene distinguere tra le attività in due grandi categorie: quella degli impianti nuovi che verranno installati nel Paese in corso d’anno e quella degli impianti esistenti oggetto di diverse attività specialistiche e finanziarie.
Per quanto riguarda il nuovo vi sono segnali che inducono a ritenere possibile un consistente aumento dell’installato e per vari motivi. Il primo dei quali è la continua riduzione del costo delle tecnologie, non solo per i moduli e gli altri componenti, ma anche per le tecnologie dell’accumulo. Un esempio, tra gli altri, la riduzione del costo delle batterie di miglior qualità (quelle al litio) i cui costi si sono ridotti nel corso del 2017 da 240 €/kW agli attuali 200 €/kW. Una riduzione del 20% in 12 mesi!
È aumentata la sensibilità sul costo dell’energia elettrica consumata (il recente aumento di oltre il 5%) e della convenienza “economico/strategica” di aumentare, attraverso una produzione propria, il cosiddetto autoconsumo. Non va neppure sottovalutata la coscienza di stabilizzare almeno in parte il costo della componente energia in bolletta. Questo è un settore che ha visto realizzati nel 2017 oltre 35.000 impianti appartenenti, per la gran parte, al settore denominato “Roof Top”: piccoli impianti ad uso prevalentemente domestico. Un settore che negli Usa, in Germania e ora anche in Francia, sta rapidamente crescendo. L’esempio di maggior rilievo è quello di Tesla, che unisce gli investimenti nelle batterie a quello sui nuovi “moduli tegola”( con l’acquisizione di Sun City). Il potenziale del mercato nazionale è enorme, ma le dinamiche in atto ci fanno prevedere, per il 2018, un obiettivo compreso tra i 600 e gli 800 MW (tra 50.000 e 80.000 impianti per un 15-20% dotati di batterie). Generazione diffusa, senza il prevalere di un operatore,ancora non apparso sul mercato malgrado la recente iniziativa dell’Enel nel settore.
Sempre nelle attività relative alle nuove installazioni vedremo il nascere di una nuova fase di sviluppo di impianti “utility scale” specialmente nel secondo semestre dell’anno. E’ probabile vedere realizzati qualche nuovo impianto, installazione, ma sarà più evidente l’attività di sviluppo pensando al 2019.
Il primo esempio consistente di questo tipo di impianti, realizzato in assenza di incentivi, è quello realizzato a Montalto di Castro allacciato alla rete nell’aprile del 2017. 60 MW finanziati dal fondo Octopus che cede ad un broker nazionale l’energia prodotta sulla base di un contratto PPA (Power and Purchase Agreement) innovativo.
Ma, a quanto risulta, esiste una“miniera” poco esplorata di progetti già autorizzati dalle autorità locali, ma per diversi motivi “abortiti” sul nascere. Progetti che non sono entrati ai livelli richiesti per gli incentivi nei Registri del Gse, oppure esclusi a priori. Comunque non realizzati per mancanza di prospettive economiche. Sono progetti per i quali la prima parte del lavoro è stata fatta e che possono essere “ripresi” e valutati sia tecnicamente, sia economicamente e, in buona parte, realizzabili. Sono numerosi gli investitori pronti ad investire nel “nuovo italiano” molto dipenderà dalla possibilità di definire contratti di cessione dell’energia garantiti e pluriennali come i già citati PPA. Una tipologia contrattuale annunciata anche tra i possibili obiettivi della Sen.
Per il 2018 appare plausibile attenderci una prima fase di nuove installazioni di qualche decina di MW ciascuna, per 100-150 MW complessivi.
Relativamente al patrimonio fotovoltaico installato proseguirà a ritmi sostenuti il processo diconsolidamento delle proprietà: un fenomeno che vedrà nel 2018 la probabile conclusione della maggiore transazione mai avvenuta al mondo con la cessione dei circa 315 MW di Rtr per un valore che potrebbe superare il miliardo di euro. Un’ulteriore quota di circa 200 MW potranno passare di mano, costituita da impianti anche di dimensioni inferiori al MW. Potranno essere interessati al processo di consolidamento anche impianti di minor potenza: un mercato che troverà una dimensione nuova anche per il parziale effetto che potrà avere la norma introdotta dalla Legge di Bilancio 2018 sui poteri di intervento del Gse nel ridurre l’ammontare degli incentivi concessi in funzione della gravità dell’eventuale irregolarità commessa.
Per gli operatori vi saranno nuove opportunità nel settore dei servizi legati alle acquisizioni del processo di consolidamento, nella gestione degli asset, nelle due diligence, nell’automazione dei processi ed in altri numerosi servizi collaterali.
Si è molto parlato di revamping, cioè della possibilità di investimenti destinati al ripristino delle condizioni di efficienza iniziali (o progettate), ma hanno ad oggi il potenziale mercato (certamente ampio tenuto conto del degrado medio annuo denunciato dal Gse, pari al 2% dell’energia prodotta) non ha ancora corrisposto alle aspettative. In molti casi gli investimenti necessari non risultano remunerativi e una certa preoccupazione per il cosiddetto “rischio Gse”, in materia di controlli, ha frenato le possibili iniziative. Il valore del mercato dei servizi relativo ad attività che insistono sul parco fotovoltaico italiano in esercizio, compreso il valore delle transazioni (circa 500 MW previsti nel 2018) si può stimare nell’ordine di circa 2 miliardi di euro.
In definitiva: un raddoppio del mercato nazionale di nuovi impianti si avvicinerà agli 800 MW (contro i 1.500 della Germania nei primi 11 mesi del 2017) con investimenti dell’ordine di 1,2 miliardi di euro al quale, sommato quello relativo a transazioni e servizi per gli impianti in esercizio, corrisponderà un valore complessivo superiore ai 3 miliardi di euro.

Pubblicato su Quotidiano Energia il 9 Gennaio 2018

Giovanni Simoni
Ceo Kenergia Srl

One Comment

  • giacomo boldrini ha detto:

    Buon giorno Dott. Giovanni Simoni io vorrei realizzare un impianto di 80MW all’estero come lo si potrebbe sviluppare,calcolando che ho già in mio possesso tutte le fasi burocratiche terminate e il contratto di vendita della corrente.
    Sicuro di una sua risposta
    Giacomo Boldrini

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