Chiara e corretta l’analisi riportata nell’ultimo DataRoom di Milena Gabanelli.
L’idrogeno prodotto attraverso l’elettrolisi e da fonti rinnovabili (idrogeno cosiddetto “verde”) ha un costo finale pari a sei volte il costo dell’idrogeno prodotto industrialmente attraverso i combustibili fossili (idrogeno “grigio”). Oggi per ogni kg di idrogeno grigio si producono circa 10 kg di CO2 che si scarica in atmosfera.

L’ipotesi dell’idrogeno “blu” ovvero agganciato alla condizione di catturare e stoccare la CO2 prodotta nei processi di produzione utilizzando giacimenti esausti è un’ipotesi che difficilmente giungerà ad una concreta applicazione: oltre ai costi molto alti non vi è alcuna certezza che la cattura della CO2 sia permanente e prima o poi non torni in atmosfera.
Oggi la priorità ambientale per l’idrogeno è quella di de-carbonizzare economicamente l’idrogeno grigio.
Occorre ancora investire in ricerca e sviluppo: fino a quando la tecnologia non consentirà la produzione di idrogeno attraverso processi economicamente competitivi: oggi assistiamo ad una “gigantesca ubriacatura”.