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Parola d’ordine, liberalizzare

By 23 Maggio, 2012Aprile 11th, 2017No Comments

Intervento di Giovanni Simoni pubblicato sul Quotidiano Energia del 23 aprile 2012.

 

Assosolare: “FV? Parola d’ordine, liberalizzare”

Simoni: “Tagliare costi in bolletta. New entry: Ifi in pole, Anie non prevarichi”

di Carlo Maciocco

Incentivi sì. Ma il vero obiettivo è libera- lizzare completamente il mercato italiano del fotovoltaico tagliando contemporanea- mente i costi in bolletta.

Si avverte un vento di novità nella strate- gia che il neo presidente di Assosolare, Gio- vanni Simoni (QE 11/5), ha in mente per l- ’associazione. Sorprendente solo in parte, visto che nei suoi 35 anni di militanza nel settore, il manager ha fatto della grid parity uno dei suoi cavalli di battaglia. “Anche se quest’ultimo è un concetto molto eteroge- neo e diversificato, sul quale sarebbe oppor- tuno condividere dei parametri ben definiti- ”, sottolinea a QE nella sua prima intervista dopo la nomina. Un colloquio che spazia su vari temi: dall’associazione unica del FV fi- no al rapporto con il settore termoelettrico. Ma è senza dubbio la liberalizzazione il te- ma più affascinante.

Nodo ancor più di attualità in conse- guenza della tariffa onnicomprensiva defini- ta dalla bozza del V conto energia. “Il Go- verno – rimarca il numero uno di Assosola- re – intende abbassare gli incentivi, ed è comprensibile se si pensa alla riduzione del peso in bolletta per gli italiani. Però in cam- bio è opportuno lasciare piena libertà a chi gestisce l’impianto di vendere l’energia a chi vuole, senza passare dall’attuale complesso sistema (borsa del Gme o Gse). Penso a un modello come quello californiano, con con- tratti di lungo periodo e senza vincoli. In- somma, se il mio vicino è disposto a com- prare l’elettricità prodotta dal mio impianto fotovoltaico a un buon prezzo, io devo po- tergliela vendere”.

Simoni spiega che questa è una posizione ancora da discutere con gli associati, ma dà la misura di come il neo presidente voglia modificare i paradigmi. “La mia società, Kenergia – prosegue – da 2 mesi ha avviato con PricewaterhouseCoopers uno studio di fattibilità tecnico/economica di un impian- to FV da 30 MW in grado di reggersi senza incentivi, da localizzare ovviamente al Sud Italia. Così verificheremo sul campo se ef- fettivamente in Italia la grid parity è rag- giungibile e con quali modalità”.

Nel frattempo, però, gli incentivi servono ancora. “Ma soprattutto sarebbe utile non eliminare alcuni ‘premi’: penso a quelli per tutelare i prodotti italiani ed europei, ma anche agli incentivi per la sostituzione dei tetti in eternit e la bonifica dell’amianto”.

Il Made in Ue è un tema particolarmente caro ai produttori di pannelli e componen- tistica associati in Ifi. E proprio loro potreb- bero essere i prossimi a unirsi alla grande Assosolare, dopo l’incorporazione di Aef e Grid Parity Project (di cui Simoni era presi- dente). “I contatti per la creazione dell’asso- ciazione unica del fotovoltaico vanno avanti un po’ con tutti – sottolinea – da Aper a Aes passando per la stessa Anie/Gifi. Però forse è proprio con Ifi che siamo più avanti. Mi auguro che si possa realizzare un loro in- gresso quanto prima”.

A Simoni, invece, non è piaciuta la posi- zione assunta dal neo presidente dell’Asso- ciazione Energia di Anie, Matteo Marini (QE 18/5). “Sì all’associazione unica del FV ma solo sotto il cappello Anie” ha detto ve- nerdì scorso a QE.

“Il mio obiettivo – spiega il leader di As- sosolare – è di aggregare interessi omogenei in modo da elaborare una posizione comu- ne che soddisfi tutti. In questo contesto, il nucleo sono i produttori di impianti o com- ponenti fotovoltaici più che le aziende elet- tromeccaniche (che aderiscono ad Anie, ndr). Sono quindi disposto a sedermi a un tavolo, purché dall’altra parte non ci sia nessuna volontà di prevaricazione”.

Simoni è disposto a dialogare con tutti. Anche con i produttori termoelettrici, che da tempo lamentano la perdita dei propri margini anche in conseguenza del boom de- gli impianti fotovoltaici. “Frenare il FV cre- do sia ormai impossibile – rimarca – abbia- mo ormai raggiunto il 7% della produzione elettrica nazionale e rivendichiamo un ruolo almeno di pari dignità rispetto alle altre fonti. Detto questo, le esigenze dei termoe- lettrici vanno tenute in considerazione, per cui dialogheremo con Assoelettrica con l’o- biettivo primario di tagliare i costi in bollet- ta ai cittadini”.

Altro tema che accomuna i due settori è quello della rete. E soprattutto quello degli accumuli. “Ovviamente non entro nella polemica – dice Simoni – ma mi limito a sot- tolineare che se gli accumuli servono a ge- stire meglio l’energia intermittente prodotta dai nostri impianti, rendendola così anche più attraente dal punto di vista commercia- le, per noi è solo un vantaggio. Tanto che in Assosolare abbiamo avviato uno studio sullo storage e credo che tra un paio di mesi sare- mo in grado di formulare delle proposte”.

L’appuntamento primario, però, è adesso quello in Conferenza unificata sul V conto energia. “Avevamo un incontro con le Re- gioni in programma per domani – conclude – ma credo che l’emergenza terremoto pos- sa far slittare tutto. Il confronto con il Go- verno è aperto e mi risulta che le Regioni stiano facendo pesare la loro posizione”.

Fuel mix 2011: più Fer, meno gas

Il Gse determina il “disclosure”

Gas 40%, Fer 36,7%, carbone 14,6%, nucleare 1,8%, prodotti petroliferi 1,2%, altre fonti 5,7%. E’ la composizione del mix energetico utilizzato per la produzione immessa nel sistema elettrico italiano nel 2011, in base a quanto determinato dal Gse ai sensi del “fuel mix disclosure”.

Nel confronto con l’anno precedente, il mix 2011 vede una contrazione delle quote del gas (42,4% nel 2010), dei prodotti oil (1,6%) e delle altre fonti (5,9%) e un au- mento di quelle delle Fer (35,6%), del car- bone (12,8%) e del nucleare (1,7%).

Il mix energetico 2011, rileva una nota, è stato calcolato sulla base dei dati trasmessi dai produttori al Gse e su quelli relativi agli impianti di produzione convenzionati Cip 6/92 e agli impianti di produzione operanti in regime di scambio sul posto. Per quanto riguarda invece l’import (nel complesso 45 TWh), sono state considerate “garanzie di origine” estere per circa 35 TWh, mentre la quota residua (circa 10 TWh) è stata attri- buita alle fonti diverse dalle rinnovabili se- condo il mix energetico dell’Europa dei 15 dell’anno 2010 (fonte Eurostat).

Il Gse ricorda che il fuel mix ha la sola fi- nalità di “consentire ai fornitori di energia elettrica di specificare nelle fatture e in tutto il materiale promozionale inviato ai clienti finali, la quota di ciascuna fonte energetica nel mix complessivo di combustibili utiliz- zato negli anni precedenti”. Inoltre, precisa il Gestore, le percentuali del mix energetico “sono calcolate in maniera significativamen- te diversa da quelle relative agli obiettivi na- zionali del ‘20-20-20’ … per le quali si fa riferimento al consumo interno lordo na- zionale e non all’energia elettrica immessa nel sistema elettrico”

 

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