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È del 3 ottobre scorso, l’ultima modifica al comunicato stampa Enea sulla “Prassi di riferimento per l’Agrivoltaico“. Va comunque ricordato che sebbene la notizia sia stata ripresa recentemente dai media, il documento è stato reso disponibile a partire dai primi di agosto 2023.

Ma procediamo con ordine.

La prassi di riferimento UNI/PdR 148:2023, sviluppata in collaborazione tra ENEA, Università Cattolica del Sacro Cuore, REM TEC e UNI (Ente Italiano Normazione), ha l’obiettivo di individuare i requisiti necessari affinché un impianto fotovoltaico possa essere definito un “sistema agrivoltaico”, indicando le condizioni per la sua ottimale integrazione nel paesaggio, in accordo con le linee guida vigenti.

L’agrivoltaico rappresenta una soluzione per coniugare la produzione di energia elettrica da fotovoltaico con quella agricola; tuttavia, ad oggi, gli impianti agrivoltaici installati non rispondono a criteri assestati e ciò rende difficile monitorarne nel tempo le prestazioni e valutare costi e benefici.

L’agrivoltaico presenta una serie di vantaggi rispetto alle tradizionali centrali fotovoltaiche. In primo luogo, consente di preservare l’uso dei terreni agricoli, che possono continuare a essere coltivati anche in presenza dei pannelli fotovoltaici. In secondo luogo, l’ombreggiamento dei pannelli può avere un effetto positivo sulla crescita delle colture, riducendo l’evapotraspirazione e aumentando l’umidità del suolo. In terzo luogo, l’agrivoltaico può contribuire a migliorare la biodiversità, offrendo rifugio a fauna e flora.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede una serie di incentivi per la promozione dell’agrivoltaico. In particolare, il PNRR prevede un contributo a fondo perduto del 40% per la realizzazione di impianti agrivoltaici su terreni agricoli.

La nuova prassi UNI/PdR 148 può fornire un valido punto di riferimento richiamandosi alle linee guida ministeriali e, come già accaduto in altri Paesi, suggerire norme e prassi per la realizzazione di impianti agrovoltaici in modo da standardizzarne la realizzazione e consentire, al contempo, il controllo delle produzioni sia di energia elettrica che di prodotti agricoli.

Per individuare i requisiti necessari affinché un impianto fotovoltaico possa essere definito un “sistema agrivoltaico”, la prassi di riferimento ENEA fornisce una definizione di agrivoltaico e individua i requisiti necessari per la sua realizzazione. In particolare, la prassi UNI/PdR 148 si basa su tre criteri principali e prevede che gli impianti agrivoltaici siano progettati e realizzati in modo da garantire:

  • La produzione sinergica di energia elettrica e prodotti agricoli;
  • La continuità dell’attività agricola e pastorale;
  • L’integrazione nel paesaggio.

Secondo Girolamo Di Francia, responsabile del laboratorio Sviluppo applicazioni digitali, fotovoltaiche e sensoristiche del Centro Ricerche ENEA di Portici, “L’agrivoltaico rappresenta una soluzione per coniugare la produzione di energia elettrica da fotovoltaico con quella agricola; tuttavia, ad oggi, gli impianti agrivoltaici installati non rispondono a criteri assestati e ciò rende difficile monitorarne nel tempo le prestazioni e valutare costi e benefici”.

Per valutare in maniera oggettiva la scelta agrivoltaica rispetto ad altre soluzioni, ENEA è impegnata nell’individuare metodi di monitoraggio dei sistemi agrivoltaici, con particolare attenzione alla produzione e gestione di dati di entrambe le attività produttive. I ricercatori hanno inoltre definito le tecniche per l’integrazione dei sistemi agrivoltaici nel paesaggio, utilizzando le più recenti innovazioni nel settore dell’analisi del territorio.

Fonte: ENEA

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