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Il recente decreto agricoltura, approvato dal governo italiano, ha scatenato una serie di dibattiti e preoccupazioni riguardanti il futuro del settore fotovoltaico nel paese. Con specifiche restrizioni all’installazione di pannelli fotovoltaici a terra nelle zone agricole, il decreto mira a bilanciare lo sviluppo delle energie rinnovabili con la protezione delle aree destinate all’agricoltura.

Il ministro si sofferma sul tema della necessità del nucleare (e della ricerca, manca ancora un prodotto utilizzabile), citando ad esempio i piccoli reattori già utilizzati nelle navi e nei sommergibili. Si tratterà di sviluppare i corretti applicativi per un utilizzo civile e sicuro.

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha sottolineato l’assenza di contrasti tra i ministeri, descrivendo la situazione come una “valutazione comune” in corso, piuttosto che una lite con il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida. Fratin ha espresso la necessità di trovare un “punto di equilibrio” per non compromettere le aree di eccellenza agricola, enfatizzando l’approccio di realismo e buonsenso.

Video dell’intervento del ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin

Nonostante queste rassicurazioni, il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini, ha criticato duramente il decreto, evidenziando come l’approccio attuale renda difficile produrre energia a costi stabili e accessibili, essenziale sia per i cittadini che per le imprese italiane (Fonte Ansa). Il divieto di installare pannelli solari a terra, a meno che non siano sopraelevati, è visto come un ostacolo significativo al raggiungimento degli obiettivi di rinnovabili previsti dal Piano Nazionale Integrato di Energia e Clima (Pniec).

Il ministro Fratin ha tentato di mitigare le preoccupazioni, sostenendo che il “fotovoltaico che permette la coltivazione rimane totalmente” consentito, specificando che gli impianti potranno essere installati in terreni “compromessi” come quelli vicino ad autostrade e ferrovie (Sky TG24). Questa dichiarazione è stata parte di un tentativo più ampio di rassicurare che, nonostante le restrizioni, l’obiettivo di 38 gigawatt di energia solare entro il 2030 rimane intatto.

Tuttavia, queste misure non hanno placato le preoccupazioni di associazioni ambientaliste e di altri attori del settore. Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, ha definito la norma “senza senso” e non adeguata a risolvere il problema dell’eccessivo consumo di suolo, denunciato sia dal mondo agricolo che da quello ambientalista (Legambiente).

Sul tema è intervenuta anche l’associazione elettrica italiana, Elettricità Futura, che ha diffuso un comunicato stampa evidenziando criticità economiche e contraddizioni rispetto ai contenuti emersi nel recentissimo G7 e sottoscritti dall’Italia.

Elettricità Futura afferma che la pausa nello sviluppo del fotovoltaico annunciata dal Governo italiano, suscita preoccupazioni per il raggiungimento degli obiettivi rinnovabili del 2030. L’Associazione del settore elettrico italiano ha sottolineato che questa decisione potrebbe innescare un aumento dei costi di realizzazione e complicazioni normative, rendendo l’energia fotovoltaica su larga scala più costosa rispetto a quella residenziale. Tale mossa rischia di danneggiare le imprese energivore che dipendono da grandi impianti rinnovabili per contratti di energia a basso costo. Nonostante le nuove regolamentazioni per gli impianti in aree specifiche, l’Associazione critica la mancanza di un approccio organico e coerente alle autorizzazioni e alla designazione di aree idonee, evidenziando una contraddizione con gli impegni assunti dall’Italia a livello internazionale e l’importanza delle energie rinnovabili per la sicurezza energetica nazionale.

In un precedente articolo (Il nodo della Transizione Energetica tra Geopolitica, Economia e Sostenibilità) avevamo già evidenziato come, a livello geopolitico ed economico, vi fossero convergenze atte a risolvere priorità nazionali e commerciali, attraverso ristrutturazioni commerciali ed economiche, che rischiano di rallentare i processi verso la transizione. Quest’ultimo Decreto Agricoltura del nostro Governo, che si pone l’obiettivo di proteggere un settore strategico del nostro paese, danneggia in realtà quello della produzione elettrica a cui servirebbe “Per raggiungere il target sottoscritto dall’Italia al G7 di triplicare le rinnovabili (installare nuovi 140 GW) … meno dell’1% dei terreni agricoli, sempre evitando le aree agricole di pregio” (Elettricità Futura).

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