Ecco che stiamo guardando all’ipotesi di promuovere una revisione delle regole del mercato elettrico che va sviluppata su base europea e quello che dicevano i colleghi francesi, pocanzi vi ho appena accennato dell’ANSA uscita da poco: “…per consentire ai consumatori di beneficiare degli investimenti e dei minori costi dell’energia prodotta da fonti rinnovabili serve un assetto che comprenda un graduale spostamento delle fonti rinnovabili sui mercati con contrattazione di lungo termine e con prezzi possibilmente non più ancorati a quelli del gas naturale e della CO2“.
Allora, sulla carta è facile a farsi. Ricordo a tutti che agganciare il prezzo dell’energia del megawattora al gas illo tempore fu un ottima idea perché le rinnovabili costavano molto e quindi era vantaggioso; adesso purtroppo si è invertita la situazione, quindi questo è uno dei punti su cui bisogna fare delle riflessioni. Chiaro che non possiamo fare da soli, ma il il dibattito in sede internazionale è aperto.
Noi dobbiamo comunque continuare ad accelerare in modo significativo il tasso di installazione delle rinnovabili e di tutte le infrastrutture necessarie per la decarbonizzazione, quindi la semplificazione è fondamentale e la pianificazione dell’installazione dei nuovi impiannti e delle infrastrutture, cioè delle aree idonee, è fondamentale che vengano rese subito operative e poi i nuovi incentivi con programmazione di lungo termine sia coperti da PNRR e dai proventi delle aste ETS sui fronti di rinnovabile elettrica, efficienza energetica, gas rinnovabile, biometano, rinnovabili termiche e ovviamente gli assetti di comunità energetica.
Ora, lo preciso sin dall’inizio: questa è una strada maestra, come dire, anche non non procrastinabile; dobbiamo farlo subito e seguire la nostra roadmap di installazione delle rinnovabili perché prima avremo il nostro parco rinnovabile e la nostra disponibilità di energia elettrica rinnovabile, prima certe trasformazioni importanti come settori mobilità hard to abate diventeranno vantaggiose e possibili.
È chiaro che comunque si parla di grandi installazioni: io vi ricordo che noi abbiamo previsto di aumentare di 10 volte la capacità di costruire impianti rinnovabili nel nostro paese ogni anno e questo non è solo un problema di semplificazioni, pipeline permitting, autorizzazione paesaggistica, autorizzazione ambientale, è anche un problema infrastrutturale non da poco pensate solo all’adeguamento della smart grid e così via, quindi un po di tempo ci vuole.
Ho chiarito in maniera che vedono l’ambigua che l’aumento di prezzi stellari energia in questo momento dipendono non certo dalla CO2 che pesa al massimo il 20%, ma dal costo della materia prima del gas. Questo è molto importante onde evitare che si generi addirittura un’avversione nei confronti della transizione che viene vista come una cosa che si carica sulle sulle tasche del cittadino.
Noi dobbiamo gestire molto bene la transizione perché non dobbiamo fare in modo che mentre facciamo la transizione non ci siano impatti sociali economici lavorativi troppo duri, e questo è un fatto, ma certamente in questo momento il caro bollette non dipende da transizione: dipende proprio da queste congiunture purtroppo nemmeno tanto rapide correlate al prezzo del gas. Quindi diciamo su questo, credo, che la situazione sia chiara.
La tassonomia europea è un sistema di classificazione che stabilisce un elenco di attività economiche ecosostenibili definendo le linee guida e per gli investimenti privati mirati al raggiungimento della neutralità climatica nei prossimi 30 anni. Questa svolge un ruolo importante fornendo alle aziende agli investitori e anche responsabili politici definizioni appropriate per le quali tali attività possono essere considerate sostenibili dal punto di vista ambientale e proteggendo tutti i portatori di interesse dal greeen washing.
Vengono stabiliti sei obiettivi ambientali, questi sono i cosiddetti KPY gli indicatori di performance chiave.
Allora, il primo è la mitigazione del cambiamento climatico: ogni volta che si fa un’azione questa deve favorire la mitigazione del cambiamento climatico.
Il secondo è l’adattamento al cambiamento climatico: ogni azione che viene fatta e finanziata deve favorire l’adattamento al cambiamento climatico.
Poi c’è il terzo criterio, l’uso sostenibile e la protezione dell’acqua delle risorse marine: quindi in buona sostanza qualunque cosa venga fatto non deve impattare in malo modo su acqua e mare.
La quarta: qualunque cosa venga fatta deve favorire la transizione verso la circolarità, l’economia circolare.
La quinta: qualunque cosa venga fatta delle prevenire e controllare l’inquinamento.
La sesta: non deve impattare e deve tutelare la biodiversità e il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi.
Benissimo, allora, questi sono i sei criteri.
L’atto delegato complementare sulla tassonomia per il settore del gas e nucleare in base all’articolo 23 del regolamento della tassonomia, dice che la commissione deve elaborare mediante atti delegati l’elenco effettivo delle attività sostenibili dal punto di vista ambientale, definendo i criteri di value per ciascuno di questi obiettivi.
Un primo atto delegato sulle attività sostenibili per gli obiettivi di adattamento e mitigazione cambiamenti climatici è stato adottato formalmente a giugno del 21: questo è all’esame dei co-legislatori.
Un secondo atto delegato detto complementare per i restanti obiettivi di in particolare gas naturale ed energia nucleare è stato presentato il 31 dicembre; questo secondo atto complementare trasmesso l’ultimo giorno del 21 agli esperti degli stati membri della filiera finanza sostenibile che in Italia fa capo al MEF. Che sia chiaro: è un documento finanziario e chi esprime parere in questo momento è il MEF come tutti gli altri paesi; è un documento finanziario che deve fare da linea guida per chi vuole investire.
Vorrei che fosse chiaro perché c’è un po’ di confusione su questo punto. Non vorrei semplificare troppo, non l’ho scritto io, non avevo nessuna delega nemmeno, diciamo, a presentare una posizione ufficiale. Perché ho letto da tante parti: “…chi l’ha autorizzata a dire…”. Io non ho detto nulla. Questo lo abbiamo ricevuto il 31 dicembre, lo abbiamo analizzato, il 7 gennaio c’è stata una discussione con il sottosegretatrio Amendola e con ministri Franco, Giorgetti, Giovannini, Orlando, Patuanelli, che sono quelli che in questo momento fanno capo alle attività del CITE Comitato Interministeriale per la Transizione Ecologica, dove abbiamo analizzato questo atto e abbiamo passato il nostro i nostri commenti al al Ministero delle Finanze che dovrà ovviamente intanto dare un parere, un’opinione, ma anche semplicemente non esprimersi, dal punto di vista finanziario.
Quindi attenzione a non pensare che qui si decide il futuro dell’umanità o che da domani facciamo nucleare o altro.
Un secondo di riflessione: siamo 27 stati con energy mix completamente diversi, chi ha troppo carbone in questo momento deve automaticamente accelerare verso il gas perché non fa il primo stadio della decarbonizzazione che è quello proprio macroscopico. Chi come noi ha già fatto il suo lavoro perché noi siamo molto più avanti di molti altri paesi colleghi e che abbiamo già, diciamo, buone rinnovabili che dobbiamo aumentare rapidissimamente, e gas, deve finire le ultime trasformazioni della scienza del carbone, c’è molto poco. Vi risponderò anche dopo ad altri colleghi, ma ci manca poco.
Chi ha il nucleare, ha un energy mix completamente diverso. Sono tanti paesi in europa che ce l’hanno e si ha bisogno di investire su questo nucleare per tenerlo aggiornato e sempre più sicuro allora difficile che la tassonomia possa dire una ricetta unica per tutt,i perché le condizioni di partenza sono talmente diverse e ci vuole anche un po’ di coraggio a opporsi mettendo sostanzialmente in difficoltà tanti altri stati membri.
Noi non abbiamo centrali nucleari, non le possiamo fare, non le vogliamo fare, seconda e terza generazione; quindi questa roba qua in un certo qual modo non ci riguarda.
Probabilmente si aumenteranno le prescrizioni sul, diciamo, gestione del rifiuto radioattivo perché queste sembrano possano essere ancora più stringenti, vengono introdotti limiti di finanziamento per incoraggiare l’uso di reattori di nuova generazione, quarta, quando questi saranno commercialmente disponibili; sono previsti criteri di vaglio tecnico anche di ricerca e sviluppo, dimostrazione di impianti di nuova generazione attraverso stage e quindi non ancora commerciali.
Gli articoli 7 12 13 e 14 della tassonomia definiscono regole precise sul miglioramento e sulla durata degli investimenti nei reattori nucleari esistenti, quelli che noi non abbiamo e che non faremo.
Questo è quello che dice l’Europa. A livello di tassonomia sostanzialmente consente a una dozzina di stati di questo continente che hanno centrali nucleari in funzione, di continuare a fare l’ottimizzazione per migliorare performance, migliorare impatto ambientale e sicurezza, però dice: non per sempre! Bisogna prima o poi accelerare la ricerca su nuove macchine a circolo chiuso che non fanno waste radioattivo o ne fanno pochissimo con tempi di decadimento molto brevi e che soprattutto sono macchine che vengono costruiti in un posto e poi portare dove servono, modulari, quindi nulla a che vedere con il nucleare che noi abbiamo deciso di non fare è che non vogliamo a casa nostra.
“Ministro, poteva dire se in questa fase di transizione il gas è sostenuto o meno dal nostro governo nell’ambito della tassonomia?” Allora, penso di aver generalmente risposto però la domanda diretta che pone l’onorevole Benamati è una domanda fondamentale. La risposta è che noi non possiamo non appoggiare il gas come vettore della transizione in questo momento perché altrimenti fermeremo tutto. I tempi del fase out del gas dipenderanno da quanto saremo bravi a mettere in atto il grande progetto di rinnovabili che abbiamo in corso.
Allora attenzione perché purtroppo qui la ricetta non è unica: se ho tutto carbone, il gas è molto meglio, se ho già quasi tutto gas devo finire in fretta il fase out del carbone e accelerare le rinnovabili. Quindi, noi siamo in questa seconda posizione: dobbiamo garantire che mentre facciamo la grande trasformazione rinnovabili, elettrifichiamo tutte e produciamo elettricità verde, nel frattempo il sistema continua ad andare e buttiamo fuori il carbone prima possibile.
Però vorrei che fossero chiari i numeri a tutti: dunque oggi noi abbiamo circa 300 Terawattora di elettricità all’anno questo è circa un terzo di tutta l’energia primaria del paese, 303 Terawattora. Bene, attualmente se non vado errato il 38%, circa il 40% di questa elettricità è rinnovabile. Quindi saranno 120 Terawattora, una cosa così, poi i numeri precisi posso farveli avere. Se avremo successo con il PNRR e manterremo l’agenda noi al 2030 avremo che il 70% di questa elettricità sarà verde, cioè, diciamo 210/220 Terawattora.
Quindi è tanta, ma è sempre meno di un terzo della primaria del paese. Ma se non ci sbrighiamo a fare questa cosa qua non avrà senso elettrificare tutto il resto, perché è inutile che diciamo di fare la transizione verso la mobilità elettrica se poi le batterie le carichiamo con energia elettrica che è prodotta bruciando gas o peggio ancora carbone, per quanto ce ne sia poco.
Quindi è inutile fare una strategia sull’idrogeno se poi non abbiamo l’energia elettrica verde per far funzionare gli elettrolizzatori.
Allora, prima saremo in grado di fare questa transizione prima sarà credibile l’approccio di elettrificazione verde a mobilità, produzione di idrogeno e così via. E quindi per rispondere e per concludere all’onorevole Benamati: sì il gas è fondamentale in questa fase perché senza questo ci fermiamo. Acceleriamo il resto, finiamo col carbone e ovviamente potenziamo solare onshore e offshore, eolico onshore e offshore, le comunità energetiche e tutte le altre forme di rinnovabili perché l’integrale di queste cose ci darà questo 70% di energia elettrica verde al 2030. Le aste iniziano questo mese, la road map è tracciata, dipende solo da quanto saremo bravi a fare le cose secondo la tabella di marcia impostata.
(Trascrizione del video intervento del Min. Roberto Cingolani)