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Pubblicata di recente la sentenza emessa dal TAR di Lecce che ha giudicato inconsistente l’opposizione della Regione Puglia all’installazione di un impianto agrivoltaico su un terreno agricolo da parte di un’azienda trentina.

Pubblichiamo un breve estratto della sentenza:

“… le Amministrazioni investite del parere hanno affermato il contrasto del progetto con il punto 4.4.1 del PPTR, il quale riguarda tuttavia l’installazione di impianti fotovoltaici, ma non anche quelli agro-fotovoltaici, di nuova generazione, successivi al PPTR, che pertanto, per un evidente principio di successione di eventi, non ne ha potuto tener conto.

In particolare, mentre nel caso di impianti fotovoltaici tout court il suolo viene reso impermeabile, viene impedita la crescita della vegetazione e il terreno agricolo, quindi, perde tutta la sua potenzialità produttiva, nell’agri-fotovoltaico l’impianto è invece posizionato direttamente su pali più alti e ben distanziati tra loro, in modo da consentire la coltivazione sul terreno sottostante e dare modo alle macchine da lavoro di poter svolgere il loro compito senza impedimenti per la produzione agricola prevista. Pertanto, la superficie del terreno resta permeabile, raggiungibile dal sole e dalla pioggia, e utilizzabile per la coltivazione agricola.

Per tali ragioni, a differenza che in precedenti di questa Sezione, in cui oggetto del progetto era rappresentato da impianti fotovoltaici (cfr, da ultimo, TAR Lecce, sent. n. 96/2022), è in questo caso evidente l’illegittimità degli atti impugnati, i quali hanno posto a base decisiva del divieto il presunto contrasto del progetto con una normativa tecnica (il contrasto del progetto con le previsioni di cui agli artt. 4.4.1 PPTR) inconferente nel caso di specie, in quanto dettata con riferimento agli impianti fotovoltaici, ma non anche con riferimento agli impianti agro-fotovoltaici, nei termini testé descritti. “

Le ragioni della sentenza sottolineano la differenza sostanziale tra agri-fotovoltaico e fotovoltaico tradizionale che prevede solitamente l’occupazione del suolo, ma pone l’accento anche sul vuoto normativo che riguarda la nuova metodologia di produzione solare. Il PPTR regionale è sostanzialmente precedente allo sviluppo dell’agrivoltaico e si occupa solo di regolamentare gli impianti fotovoltaici tradizionali.

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