La Commissione Europea il 1 febbraio 2023 ha pubblicato un nuovo documento che descrive la sua visione per un Piano Industriale “Green”, che mira a trasformare l’UE verso un’economia a zero emissioni nette e a aiutare il blocco a raggiungere i suoi obiettivi climatici: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_510
Questo ambizioso piano è progettato per aiutare l’Europa a rimanere un leader mondiale in materia di energie pulite e tecnologie sostenibili, creando allo stesso tempo posti di lavoro e aumentando la crescita economica.
Il tema della trasformazione dell’industria e dell’approccio ad una visione globale e internazionale del futuro produttivo, viene ampiamente dibattuto e portato all’attenzione di tutti gli operatori del settore. Recentemente anche IEA si è pronunciata con un documento ufficiale “Energy Technology Perspectives 2023” per offrire “… una guida indispensabile per i decisori dei governi e dell’industria che cercano di sfruttare le opportunità offerte dalla nuova economia energetica emergente, navigando nel contempo nelle incertezze e salvaguardando la sicurezza energetica.”
Ne abbiamo parlato in questo articolo: https://www.kenergia.it/la-lotta-contro-la-sponsorizzazione-delle-aziende-produttrici-di-combustibili-fossili-nello-sport-una-battaglia-in-crescita/
Le argomentazioni sono di impatto cruciale.
il Piano Industriale espresso dall’UE è incentrato sulla trasformazione del paesaggio industriale europeo per creare un futuro sostenibile per le future generazioni. Vengono definiti una serie di obiettivi chiave, tra cui la riduzione delle emissioni di gas serra, l’incremento dell’utilizzo di energie rinnovabili e la promozione dello sviluppo di nuove tecnologie a basso impatto ambientale.
Il Piano si concentra su sei aree chiave per raggiungere i suoi obiettivi, tra cui:
- Investimenti in ricerca e innovazione, compreso lo sviluppo di nuove tecnologie pulite e l’economia circolare.
- Sostegno alla diffusione delle tecnologie pulite, tra cui l’energia rinnovabile, l’efficienza energetica e la cattura e lo stoccaggio del carbonio.
- Promuovere una transizione giusta, compreso il riqualificazione dei lavoratori e il sostegno alle comunità nella transizione verso un’economia verde.
- Costruzione di partnership forti tra il settore pubblico e privato, così come tra diverse industrie e paesi.
- Promozione di un consumo e una produzione sostenibili, compreso la riduzione dei rifiuti e il miglioramento della sostenibilità delle catene di approvvigionamento.
- Assicurare una parità di condizioni per le imprese, compreso l’armonizzazione delle norme e la rimozione delle barriere commerciali.
La Commissione Europea intende supportare la transizione attraverso una combinazione di finanziamenti, misure regolamentari e un quadro di supporto per la ricerca e lo sviluppo. Il piano sottolinea la necessità di partnership forti tra il settore pubblico e privato, così come tra diverse industrie e paesi, per guidare la transizione verso un’economia a emissioni nette zero.
Sicuramente centrale è l’attenzione dedicata alla R&S e all’innovazione, che sono fondamentali per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione verso un’economia a basso impatto ambientale. Ovvero investire in iniziative di ricerca e sviluppo che aiuteranno l’UE a mantenere il suo ruolo di leader nella tecnologia pulita e sostenibile e a sostenere la crescita della sua industria.
Ma l’aspetto che forse più interessa direttamente anche i cittadini, si legge al paragrafo 2.3 Enhancing Skills dove viene espresso con estrema chiarezza e come intenzione primaria l’impatto sociale: “The green transition must be people-centred.
Nel paragrafo si parla di una transizione inclusiva in grado di garantire risultati equi e giusti generando posti di lavoro di qualità. Rispetto ai 3,2 milioni del 2000 il numero di lavoratori nell’economia “gran” degli anni venti è passato a 4,5 milioni e la transizione verde amplierà le richieste di nuove competenze a tutti i livelli, richiedendo una grande formazione e ri-formazione del personale.
Solo l’industria delle batterie stima che avrà bisogno di ulteriori 800 000 lavoratori entro il 2025. Ecco perché il terzo pilastro del Piano industriale della Green Deal deve concentrarsi sulle competenze – verdi e digitali, a tutti i livelli e per tutte le persone, con l’inclusività delle donne e dei giovani al centro del piano. La carenza di manodopera, come indicato dalla quota di richieste di lavoro, è raddoppiata in settori considerati chiave per la transizione verde tra il 2015 e il 2021 e le competenze tecniche sono in crescente richiesta (poiché i requisiti di competenza e i livelli di istruzione nell’economia verde e del mondo digital in generale superano quelli dell’economia più tradizionale).
Il Green Deal Industrial Plan for the Net-Zero Age, nella visione espressa dalla Commissione Europea, è da intendersi come una strategia globale volta a sostenere la transizione verso un’economia sostenibile e a basse emissioni di carbonio, promuovendo al contempo la crescita e la competitività dell’industria europea.