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Nel contesto del “Informal meeting of energy ministers” in programma per il 15 e 16 aprile 2024, i ministri dell’energia di 23 paesi dell’Unione Europea, insieme a rappresentanti del settore e alla Commissaria Kadri Simson, in rappresentanza della Commissione, hanno firmato la “European Solar Charter“.

Questo documento stabilisce una serie di azioni volontarie a supporto del settore fotovoltaico nell’UE, segnando l’ultima iniziativa della Commissione a favore di un rafforzamento della produzione di pannelli solari in territorio europeo.

La sfida che l’Europa si trova ad affrontare ora è duplice: da un lato la necessità di mantenere un controllo autonomo sulla produzione interna, spinta anche da esigenze di sicurezza in un contesto geopolitico teso, e dall’altro la competizione sui costi di produzione, che devono rimanere competitivi per garantire un ritorno sull’investimento. La domanda che sorge è se questa strategia riuscirà a tenere il passo con la rapida crescita del settore senza ulteriori ritardi rispetto a quelli già accumulati nelle transizioni green programmate per i prossimi anni.

L’evento riunisce i ministri dei 27 stati membri dell’Unione Europea, ministri di paesi terzi rilevanti, nonché alte personalità politiche e accademiche, sia nazionali che internazionali (nonché i corrispettivi colleghi provenienti dall’Ucraina, Moldavia, Norvegia, Liechtenstein e Islanda). Durante il consiglio informale, si discuterà una delle priorità della presidenza belga del Consiglio dell’Unione Europea: il progresso delle infrastrutture energetiche sostenibili e le sfide attuali, prima tra tutte la resilienza delle infrastrutture energetiche critiche in seno al territorio europeo.


GUARDA l’Intervento di Tinne VAN DER STRAETEN, Ministro dell’Energia del Belgio, alla riunione informale dei Ministri dell’Energia che si terrà il 15 aprile 2024 a Bruxelles.

Questo incontro sarà una piattaforma essenziale per discutere e promuovere iniziative congiunte per una transizione energetica sostenibile, riflettendo l’impegno continuo dell’UE nella promozione di soluzioni energetiche innovative e sostenibili a fronte delle crescenti sfide globali. E tra un anno, i ministri si incontreranno di nuovo per esaminare l’andamento degli intenti sottoscritti.

Il Commissario Simson, commentando l’accordo, ha sottolineato l’importanza del settore manifatturiero fotovoltaico per i futuri obiettivi dell’UE in termini di energia, clima e competitività, ribadendo la necessità di una forte collaborazione tra Commissione, autorità nazionali e industria per sostenere e rafforzare la produzione europea di pannelli solari.

La transizione verso le energie rinnovabili, e in particolare l’espansione dell’energia solare, riveste un ruolo cruciale nei piani dell’Unione Europea per raggiungere una quota di almeno il 42,5% di energie rinnovabili entro il 2030, con l’obiettivo ambizioso di toccare il 45%. Questa transizione è anche fondamentale per il traguardo della neutralità climatica prevista per il 2050. L’energia solare, con un’enfasi particolare sulla tecnologia fotovoltaica, è il settore delle energie rinnovabili che sta crescendo più velocemente all’interno dell’UE, testimoniato dal numero record di installazioni annuali negli ultimi tre anni — 28 GW nel 2021, 41 GW nel 2022 e 56 GW nel 2023. Nonostante questi incrementi, la maggior parte dei moduli solari utilizzati in Europa proviene da importazioni, con il 97% dei pannelli solari importati dall’UE che arriva dalla Cina. Questa dipendenza dall’estero mette in crisi il settore manifatturiero europeo, che vede chiudere aziende e licenziare lavoratori.

Sono pertanto necessarie ulteriori azioni urgenti a breve termine per affrontare la crisi dell’industria manifatturiera europea. Tutte le parti interessate – la Commissione, gli Stati membri e le aziende attive lungo la catena del valore del solare fotovoltaico europeo – dovrebbero garantire che la transizione verde e gli obiettivi industriali europei vadano di pari passo, accelerando la diffusione delle energie rinnovabili e allo stesso tempo migliorando la la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE sostenendo la competitività del settore e i posti di lavoro che crea nell’UE.

C’è da augurarsi che le priorità geopolitiche legate alle atroci conseguenze belliche, possano essere di stimolo alla transizione green e che non costituiscano un rallentamento, o peggio un blocco, nella realizzazione dei programmi internazionali.

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