Il cambiamento climatico in corso, causato dall’accumulo di gas serra nell’atmosfera, avviene su una scala temporale da decenni a secoli e sta guidando i cambiamenti ambientali in tutto il mondo. Al contrario, gli impatti dell’inquinamento atmosferico si verificano vicino alla superficie, su scale temporali da giorni a settimane, e su scale spaziali che vanno da locali (per esempio, i centri urbani, vedi la foto sotto) a regionali. Nonostante queste ampie differenze, la qualità dell’aria e il cambiamento climatico sono fortemente interconnessi. Il nuovo WMO Air Quality and Climate Bulletin riporterà annualmente lo stato della qualità dell’aria e le sue connessioni con il cambiamento climatico, riflettendo sulla distribuzione geografica e sui cambiamenti degli inquinanti tradizionali.
Gli inquinanti tradizionali includono gas reattivi a vita breve come l’ozono – un gas traccia che è sia un comune inquinante atmosferico che un gas serra che riscalda l’atmosfera – e il particolato – una vasta gamma di minuscole particelle sospese nell’atmosfera (comunemente chiamate aerosol), che sono dannose per la salute umana e le cui complesse caratteristiche possono raffreddare o riscaldare l’atmosfera.
La qualità dell’aria e il clima sono interconnessi perché le specie chimiche che influenzano entrambi sono collegate, e perché i cambiamenti in uno causano inevitabilmente cambiamenti nell’altro. Le attività umane che rilasciano gas serra a vita lunga nell’atmosfera aumentano anche le concentrazioni di ozono e di particolato a vita più breve nell’atmosfera. Per esempio, la combustione di combustibili fossili (una fonte importante di anidride carbonica (CO2)) emette anche ossido di azoto (NO) nell’atmosfera, che può portare alla formazione fotochimica1 di ozono e aerosol di nitrati. Allo stesso modo, le attività agricole (che sono le principali fonti del gas serra metano) emettono ammoniaca, che poi forma aerosol di ammonio.
I cambiamenti politici che cercano di migliorare la qualità dell’aria hanno quindi ripercussioni su quelle politiche che cercano di limitare il cambiamento climatico, e viceversa. Per esempio, una drastica riduzione della combustione dei combustibili fossili per ridurre le emissioni di gas serra ridurrà anche gli inquinanti atmosferici associati a tale attività, come l’ozono e gli aerosol di nitrati. Le politiche per ridurre l’inquinamento da particolato per proteggere la salute umana possono rimuovere l’effetto di raffreddamento degli aerosol di solfato o l’effetto di riscaldamento del carbonio nero (particelle di fuliggine). Infine, i cambiamenti del clima possono influenzare direttamente i livelli di inquinamento. Per esempio, l’aumento della frequenza e dell’intensità delle ondate di calore può portare a un ulteriore accumulo di inquinanti vicino alla superficie.
Questo numero del WMO Air Quality and Climate Bulletin fornisce un aggiornamento sull’attuale distribuzione globale del particolato, evidenziando i contributi degli eventi estremi di incendio selvaggio nell’anno 2020. Il 2020 è stato anche notevole per la diffusione di un nuovo coronavirus (SARS-CoV-2), che causa la malattia respiratoria nota come COVID-19. La conseguente pandemia di COVID-19 ha innescato una recessione economica mondiale nel 2020, che ha portato alla riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici, producendo una serie di impatti sui livelli superficiali e liberi della troposfera2 di ozono e particolato (Gkatzelis et al., 2021; Steinbrecht et al., 2021). Questo bollettino passa in rassegna molti nuovi e importanti risultati scientifici sull’impatto del COVID-19 sulla qualità dell’aria in tutto il mondo, basati su misurazioni a lungo termine effettuate in alcune stazioni Global Atmosphere Watch (GAW) del WMO. Si conclude con un recente aggiornamento sull’impatto globale sulla salute dell’esposizione a lungo termine all’ozono e all’inquinamento da particolato.
Fonte: WMO, Introduzione al Rapporto sulla qualità dell’Aria e Clima.