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Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha ribadito in varie occasioni che l’energia nucleare non è destinata a sostituire le fonti rinnovabili, ma piuttosto a integrarle. Durante il GET Global Energy Transition Congress & Exhibition, ha sottolineato come il nucleare rappresenti una componente essenziale per la transizione energetica e la riduzione delle emissioni di CO2, affermando che il mix energetico ideale per l’Italia deve includere sia le energie rinnovabili sia il nucleare, garantendo sicurezza e sostenibilità energetica a lungo termine.

Pichetto Fratin ha annunciato che il governo italiano ha incluso ufficialmente l’energia nucleare nell’ultima revisione del Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) Sole24Ore.


Questo passo è considerato “obbligato” per assicurare una transizione energetica efficace e raggiungere gli obiettivi climatici internazionali. Il ritorno al nucleare è visto come una strategia necessaria per affrontare le sfide energetiche e climatiche future.

Negli ultimi anni, il dibattito sul ritorno al nucleare in Italia si è intensificato, con un rinnovato interesse sia a livello politico che pubblico. Dopo l’incidente di Chernobyl nel 1986 e il successivo referendum del 1987 che ha portato alla chiusura delle centrali nucleari italiane, il tema è tornato alla ribalta. Recentemente, il governo italiano ha mostrato un’apertura verso la reintroduzione del nucleare come parte del mix energetico nazionale, puntando su piccoli reattori modulari di quarta generazione.

Il governo, guidato dalla premier Giorgia Meloni, sta valutando l’implementazione di 15-20 mini reattori nucleari con l’obiettivo di costruirne uno all’anno. Questo piano prevede investimenti per circa 45 miliardi di euro e la creazione di oltre 52.000 posti di lavoro entro il 2050 (Il Sussidiario).

Parallelamente, il governo italiano ha introdotto limitazioni all’installazione di nuovi impianti fotovoltaici attraverso il Decreto Agricoltura, che permette tali installazioni solo in “aree idonee” (Kenergia).

Questa misura ha suscitato critiche da parte di vari settori, preoccupati che tali restrizioni possano rallentare la diffusione delle energie rinnovabili. Sebbene l’obiettivo del decreto sia quello di bilanciare lo sviluppo delle energie rinnovabili con la tutela del paesaggio e delle aree agricole, ad oggi, l’energia fotovoltaica è la fonte di energia rinnovabile più competitiva in termini di costi e immediatamente disponibile. Limitare il suo sviluppo potrebbe risultare controproducente, soprattutto considerando che le tecnologie per il nuovo “nucleare sostenibile” non sono ancora completamente consolidate (ENEA).

Critiche sono emerse riguardo alla nuova revisione del PNIEC, con molti che sostengono che il piano favorisce il gas e il nucleare a discapito delle energie rinnovabili. Secondo alcuni esperti, la decisione di puntare sul nucleare e sul gas per la decarbonizzazione potrebbe rallentare il progresso verso un futuro energetico sostenibile, riducendo gli investimenti nelle rinnovabili, che sono tecnologie già consolidate ed economicamente vantaggiose.

Il testo definitivo del PNIEC inviato a Bruxelles conferma l’obiettivo di raggiungere 131 GW di energia rinnovabile entro il 2030 (Infobuild Energia). Il piano prevede una capacità installata di 79,2 GW di solare, 28,1 GW di eolico, 19,4 GW di idroelettrico, 3,2 GW di bioenergie e 1 GW di geotermico. Include anche misure per la produzione di biometano e idrogeno, la diffusione delle auto elettriche, la decarbonizzazione del parco auto esistente tramite biocarburanti e l’aumento dell’efficienza energetica tramite ristrutturazioni edilizie e pompe di calore. Una novità importante è l’inclusione della Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile.

Risulta evidente che l’inclusione dell’energia nucleare nel PNIEC rifletta un approccio controverso, mentre il fotovoltaico rimane la soluzione più immediata ed efficace per la transizione energetica. Non si capisce perché non utilizzare al massimo ciò che già abbiamo.

E poi, ci sarà da chiedersi, su quali terreni si potranno costruire le nuove centrali nucleari?

Foto di Kilian Karger su Unsplash

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